(Adnkronos) – Il tempo che passa, il concetto di bellezza oggi e il divismo. Ne hanno parlato all’Adnkronos le attrici Luisa Ranieri e Isabella Ferrari che nel nuovo film di Paolo Sorrentino, ‘Parthenope’ (dal 24 ottobre nelle sale con PiperFilm), interpretano due dive – Greta Cool e Flora Malva – aggrappate al loro passato e a quella fama che non c’è più. Il film racconta il lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità. E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male. (di Lucrezia Leombruni) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Luisa Ranieri e Isabella Ferrari le dive di ‘Parthenope’: “Al tempo dei social la bellezza è diventata opprimente” – Video
(Adnkronos) – Il tempo che passa, il concetto di bellezza oggi e il divismo. Ne hanno parlato all’Adnkronos le attrici Luisa Ranieri e Isabella Ferrari che nel nuovo film di Paolo Sorrentino, ‘Parthenope’ (dal 24 ottobre nelle sale con PiperFilm), interpretano due dive – Greta Cool e Flora Malva – aggrappate al loro passato e a quella fama che non c’è più. Il film racconta il lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità. E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male. (di Lucrezia Leombruni) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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