(Adnkronos) – Tempo di castagne, cadono i capelli. Solo un detto popolare o una leggenda? In realtà, un fondo di verità c'è. Ma marroni e caldarroste hanno ben poco a che fare con tutto questo. Piuttosto la chiave è in una parola misteriosa per i non addetti ai lavori: telogen. Cos'è lo spiega Mario Valenti, dermatologo e ricercatore dell'Irccs Istituto Clinico Humanitas: "Il capello ha un ciclo – descrive all'Adnkronos Salute – che nella stagione autunnale normalmente giunge nella cosiddetta fase di telogen, cioè la fase in cui termina la crescita e si ha una quiescenza prima della caduta. Succede normalmente dopo la stagione estiva". Ecco perché l'autunno sale sul banco degli imputati. Questo processo, continua l'esperto, "sembrerebbe essere un po' legato anche alla riduzione progressiva delle ore di luce, dall'estate fino alla stagione autunnale. Aumentando le ore di buio, aumenta in proporzione la melatonina e questo regola non solo il ciclo sonno-veglia, ma anche il ciclo del capello. Quindi in parte" la caduta autunnale dei capelli "è un qualcosa di fisiologico, e normalmente dura 4-6 settimane, al massimo 8. Se dovesse essere eccessivo, sia in termini di tempo che di numerica dei capelli che cadono, allora è necessario indagare se ci sono cause intercorrenti". I capelli, dice Valenti, "iniziano a cadere" un po' più numerosi "al termine della stagione estiva, intorno a metà-fine settembre e questa fase in genere si prolunga per tutto il mese di ottobre, almeno fino a inizio novembre". Poi dipende anche "dal singolo, da quanto è stato esposto ai raggi solari, perché nell'immediato l'estate aiuta la crescita del capello, poi però a posteriori il sole, come l'acqua di mare, sono tutti fattori irritanti che possono impattare sulla qualità del capello".
L'incidenza di questo fenomeno? "Non credo ci siano studi, perché la condizione è un po' misconosciuta – osserva – Ma ritengo che nell'arco della vita circa un 30% di persone possano sperimentarlo come episodio", magari una stagione di caduta autunnale dei capelli particolarmente intensa da accorgersene. In genere "si autorisolve naturalmente. In alcuni casi, se c'è un evento più stressante, o si innesca anche un quadro patologico di carenza di qualche macronutriente, può durare di più. Ma raramente cronicizza".
Come si fa a capire quando questa caduta è eccessiva? "Ci sono dei test empirici – illustra Valenti – Uno è il 'wash test'", in parole povere "contare i capelli persi dopo la doccia. E poi ci sono dei test che vengono fatti in corso di visita tricologica-dermatologica, come il 'pull test', in cui il medico esercita una trazione delicata sui capelli e se c'è una caduta superiore a 5-6 capelli di solito si definisce un quadro di 'telogen effluvium'. Uno strumento che aiuta a fare diagnosi è il tricoscopio, che permette durante la visita dermatologica di vedere la salute del follicolo pilifero, la dimensione e quanto i capelli differiscono l'uno dall'altro in termini di spessore. Serve a escludere altre patologie". Poi ci sono "delle terapie integrative. Si possono prescrivere esami del sangue, quando si riscontra una caduta eccessiva, per verificare che non ci siano carenze, soprattutto nella donna. Parliamo di ferro, ferritina, zinco, vitamina B12, alterazioni dell'emocromo in generale. Poi eventualmente queste carenze si vanno a integrare. E ci sono anche una serie di prodotti non aggressivi specifici per il lavaggio. Se invece parliamo non di telogen, ma di altre patologie, ci sono trattamenti ad hoc".
Cosa può aiutare in caso di caduta autunnale dei capelli? "Un'alimentazione variegata, certamente – risponde il dermatologo – E' importante mangiare un po' di tutto, se ci fossero carenze di ferro o altro supplementarli, perché il capello ha bisogno di tutti questi macronutrienti per crescere sano e robusto e non cadere facilmente". Altri consigli? "Non stressare troppo il cappello: evitare le asciugature con aria troppo calda, l'utilizzo della piastra – anche questo tema molto dibattuto – evitare lavaggi troppo frequenti, magari con prodotti che possono essere aggressivi. Meglio prediligere uno shampoo delicato. Se si associa anche irritazione del cuoio capelluto, come spesso succede dopo l'estate, si può trattare con prodotti specifici per gli stati sensibili del cuoio capelluto. E poi ridurre in generale lo stress, per quanto possibile".
Differenze fra i sessi, sulla caduta autunnale dei capelli? "E' da valutare innanzitutto se c'è una storia familiare, perché questo conta. La donna tendenzialmente è più affetta, ma probabilmente anche perché ci fa più attenzione e se ne accorge. La perdita del capello, in generale, è differente nei due sessi: nella donna è un po' più diffusa, nell'uomo si nota principalmente nella rima frontale (stempiatura classica) ed eventualmente al vertex. La lunghezza dei capelli – puntualizza Valenti – non ha impatto significativo e anche la scelta di tagliarli non incide. Nella donna è un po' più lungo il ciclo di crescita del capello, rispetto all'uomo. E nel post gravidanza, quasi la metà delle neomamme può sperimentare una caduta accentuata, perché c'è un'alterazione della produzione ormonale", ormoni che invece in dolce attesa favoriscono la crescita. "Succede anche alle donne in menopausa – conclude il dermatologo – perché hanno una riduzione degli ormoni estrogeni e quindi, un po' come l'uomo, hanno una riduzione del ciclo di crescita del capello". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Autunno e caduta di capelli, telogen nel mirino: cos’è?
(Adnkronos) – Tempo di castagne, cadono i capelli. Solo un detto popolare o una leggenda? In realtà, un fondo di verità c'è. Ma marroni e caldarroste hanno ben poco a che fare con tutto questo. Piuttosto la chiave è in una parola misteriosa per i non addetti ai lavori: telogen. Cos'è lo spiega Mario Valenti, dermatologo e ricercatore dell'Irccs Istituto Clinico Humanitas: "Il capello ha un ciclo – descrive all'Adnkronos Salute – che nella stagione autunnale normalmente giunge nella cosiddetta fase di telogen, cioè la fase in cui termina la crescita e si ha una quiescenza prima della caduta. Succede normalmente dopo la stagione estiva". Ecco perché l'autunno sale sul banco degli imputati. Questo processo, continua l'esperto, "sembrerebbe essere un po' legato anche alla riduzione progressiva delle ore di luce, dall'estate fino alla stagione autunnale. Aumentando le ore di buio, aumenta in proporzione la melatonina e questo regola non solo il ciclo sonno-veglia, ma anche il ciclo del capello. Quindi in parte" la caduta autunnale dei capelli "è un qualcosa di fisiologico, e normalmente dura 4-6 settimane, al massimo 8. Se dovesse essere eccessivo, sia in termini di tempo che di numerica dei capelli che cadono, allora è necessario indagare se ci sono cause intercorrenti". I capelli, dice Valenti, "iniziano a cadere" un po' più numerosi "al termine della stagione estiva, intorno a metà-fine settembre e questa fase in genere si prolunga per tutto il mese di ottobre, almeno fino a inizio novembre". Poi dipende anche "dal singolo, da quanto è stato esposto ai raggi solari, perché nell'immediato l'estate aiuta la crescita del capello, poi però a posteriori il sole, come l'acqua di mare, sono tutti fattori irritanti che possono impattare sulla qualità del capello".
L'incidenza di questo fenomeno? "Non credo ci siano studi, perché la condizione è un po' misconosciuta – osserva – Ma ritengo che nell'arco della vita circa un 30% di persone possano sperimentarlo come episodio", magari una stagione di caduta autunnale dei capelli particolarmente intensa da accorgersene. In genere "si autorisolve naturalmente. In alcuni casi, se c'è un evento più stressante, o si innesca anche un quadro patologico di carenza di qualche macronutriente, può durare di più. Ma raramente cronicizza".
Come si fa a capire quando questa caduta è eccessiva? "Ci sono dei test empirici – illustra Valenti – Uno è il 'wash test'", in parole povere "contare i capelli persi dopo la doccia. E poi ci sono dei test che vengono fatti in corso di visita tricologica-dermatologica, come il 'pull test', in cui il medico esercita una trazione delicata sui capelli e se c'è una caduta superiore a 5-6 capelli di solito si definisce un quadro di 'telogen effluvium'. Uno strumento che aiuta a fare diagnosi è il tricoscopio, che permette durante la visita dermatologica di vedere la salute del follicolo pilifero, la dimensione e quanto i capelli differiscono l'uno dall'altro in termini di spessore. Serve a escludere altre patologie". Poi ci sono "delle terapie integrative. Si possono prescrivere esami del sangue, quando si riscontra una caduta eccessiva, per verificare che non ci siano carenze, soprattutto nella donna. Parliamo di ferro, ferritina, zinco, vitamina B12, alterazioni dell'emocromo in generale. Poi eventualmente queste carenze si vanno a integrare. E ci sono anche una serie di prodotti non aggressivi specifici per il lavaggio. Se invece parliamo non di telogen, ma di altre patologie, ci sono trattamenti ad hoc".
Cosa può aiutare in caso di caduta autunnale dei capelli? "Un'alimentazione variegata, certamente – risponde il dermatologo – E' importante mangiare un po' di tutto, se ci fossero carenze di ferro o altro supplementarli, perché il capello ha bisogno di tutti questi macronutrienti per crescere sano e robusto e non cadere facilmente". Altri consigli? "Non stressare troppo il cappello: evitare le asciugature con aria troppo calda, l'utilizzo della piastra – anche questo tema molto dibattuto – evitare lavaggi troppo frequenti, magari con prodotti che possono essere aggressivi. Meglio prediligere uno shampoo delicato. Se si associa anche irritazione del cuoio capelluto, come spesso succede dopo l'estate, si può trattare con prodotti specifici per gli stati sensibili del cuoio capelluto. E poi ridurre in generale lo stress, per quanto possibile".
Differenze fra i sessi, sulla caduta autunnale dei capelli? "E' da valutare innanzitutto se c'è una storia familiare, perché questo conta. La donna tendenzialmente è più affetta, ma probabilmente anche perché ci fa più attenzione e se ne accorge. La perdita del capello, in generale, è differente nei due sessi: nella donna è un po' più diffusa, nell'uomo si nota principalmente nella rima frontale (stempiatura classica) ed eventualmente al vertex. La lunghezza dei capelli – puntualizza Valenti – non ha impatto significativo e anche la scelta di tagliarli non incide. Nella donna è un po' più lungo il ciclo di crescita del capello, rispetto all'uomo. E nel post gravidanza, quasi la metà delle neomamme può sperimentare una caduta accentuata, perché c'è un'alterazione della produzione ormonale", ormoni che invece in dolce attesa favoriscono la crescita. "Succede anche alle donne in menopausa – conclude il dermatologo – perché hanno una riduzione degli ormoni estrogeni e quindi, un po' come l'uomo, hanno una riduzione del ciclo di crescita del capello". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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